VADEMECUM
DELL’ASPIRANTE ARMATORE
TITOLO
LE DOMANDE CHE NON SI
DOVREBBERO MAI FARE A UN ARMATORE.
SOTTOTITOLO
TUTTO QUELLO CHE
INFASTIDISCE UN VELISTA ARMATORE QUANDO RICEVE A BORDO UN POTENZIALE ACQUIRENTE
VELISTA NEOFITA.
Questo
scritto, come si evince dal sottotitolo è dedicato a coloro che hanno avuto
l’insana idea di farsi una barca e agli ospiti neofiti, solo a loro dedico i
miei trascorsi armatoriali.
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urante la mia condizione di proprietario di imbarcazione a vela è
capitato di vendere la barca per comprarne un’altra che soddisfacesse le
esigenze del momento. In genere si cambia barca per motivi di spazio, per
qualche metro in più, ci si può innamorare per la solidità o l’estetica,
esistono diversi motivi per sostituire la vecchia con la nuova, per la
velocità, per la sicurezza che è necessaria quando il vento solleva le onde dall’aspetto
minaccioso. Infiniti sono i motivi per descrivere i difetti e i pregi di una
imbarcazione, ancora oggi a distanza di molti anni apprendol’esistenza di
imbarcazioni a vela concaratteristiche sconosciute. Personalmente faccio delle
semplici differenze tra barca in vetroresina, in metallo (acciaio marino o
alluminio) e legno. Ciò per quello che concerne i materiali usati nella maggior
parte degli scafi costruiti nel mondo. Dopo di che distinguo, semplificando, le
categorie di barche a vela per regate, da crociera e regata-crociera.In genere
queste hanno un armo a Sloop (un solo albero) ma compatibilmente alla categoria
possono avere 2 alberi (Ketch, Yawl e Schooner) Così si comprendono le svariate
motivazioni per le quali si decide di cambiare imbarcazione, quantomeno le più
semplici. Io quando comprai la mia terza barca, la scelsi per la sua solidità e
per l’estetica, inconsapevole di aver acquistato una imbarcazione classica
disegnata da un inglese di fama o come si suole dire “una buona penna”. Altresì
coloro che si avvicinano al mondo della vela, neofiti di primo pelo che non
hanno frequentato circoli velici, scuole nautiche o forum e diavolerie on line,
si trovano a volte goffamente a bordo per disquisire sull’acquisto della barca
dove poggiano le loro scarpe (quasi sempre inadatte per stare su di una
coperta) e involontariamente a loro insaputa irritano con domande irricevibili
da parte dell’armatore proprietariocostretto a vendere e sopportare alcune
idiozie espresse dall’aspirante armatore. Dunque siamo arrivati al nocciolo del
VADEMECUM dedicato a coloro che non sanno proprio nulla di barche ma che si
avventurano a tastoni lungo un canale impervio che è quello della nautica da
diporto o alla francese “plaisance”. La scelta di una barca, anzi la prima
barca è di una importanza essenziale ed escludendo i già esperti, gli altri non
sanno come approcciarsi all’evento ma si basano su degli standard appresi in
modo del tutto superficialeavendole conosciute un po’ in giro di qua e di là.
Non voglio essere saccente ma testimone di eventi accaduti personalmente, come
quella volta di una ragazza palermitana che leggendo il mio annuncio su
subito.it chiamò per una visitina alla mia modesta Alpa Dody 6,70. Essa dichiarava
l’imminente bisogno di andare a vivere in barca, stufa della vita a terra e
della solita esosa situazione abitativa dei così detti “terricoli”. Dunque non
mi aspettavo di vedere un Moutassier in versione femminile ma per lo meno una
donna consapevole di cosa comporti il vivere in barca; al che quando arrivò sul
pontile (da sola) e salì sulla mia barca non disse nulla sulla lunghezza ma ahimè
quando scese sottocoperta l’espressione del suo viso si muto in una smorfia
quasi di disprezzo. Chi conosce le barche e nello specifico l’Alpa 6,70 sa di
essere su di un piccolo cabinato a causa della relazione che c’è tra la
lunghezza e larghezza dello scafo ma la compratrice asseriva di sentirsi
soffocare in uno spazio decisamente limitato. “Ma come farei a vivere qui e poi
mi dica buon uomo …il bagno dov’è?” Io risposi: “a dritta dopo la dinette c’è
una porticina li sta il bagnetto”. Nonostante avessi usato abbondantemente i diminutivi,
la ragazza sentenziò: “non posso vivere qui è troppo piccola”, risposi: “scusa
ma tu (tra velisti è obbligo) non hai compreso dall’annuncio la lunghezza e il
prezzo della barca? Cosa ti aspettavi (questo l’ho pensato), un monolocale arredato
con vista mare?” E’ scesa la donzella senza volgere uno sguardo in coperta né
un controllo alle condizioni delle vele, non uno sguardo alle sartie nessuna
domanda relativa al comportamento in mare della barca, almeno se fosse stato un
maschietto avrebbe chiesto del motore
(per questi ultimi di primaria importanza), infatti è riconosciuto da parte
degli uomini l’interesse per la velocità perché non si sa mai se le cose si
mettono male o il vento ci inquieta, via si va al motore pronti in tempo per
rientrare sani e salvi. La ragazza salutò e scomparve dietro il recinto del
pontile, le uniche parole che ricordo furono: “mi dispiace ma è troppo piccola
per me” senza mai un accenno al costo del natante. Questo episodio rimase
indelebile nei trascorsi da velista armatore ma non vorrei apparire misogino
perché anche con gli uomini a volte è stato peggio anche con marinai dichiaratamente
a loro dire esperti velisti. Non sono un broker ma ho sempre riconosciuto
veritiero l’aforisma che dice: “i momenti più belli per un velista sono quando
si compra e quando si vende”, per ciò non mi vergogno nel raccontare di aver
messo in vendita l’ultima mia barca e cioè quella attuale senza più provare ahimè
il piacere di vendere come è stato per la prima o la seconda. E’ proprio questa
la domanda che mi ha infastidito subendola sistematicamente ogni volta da compratori
o visitatori occasionali. “MI SCUSI MA QUESTA BARCA QUANTI POSTI LETTO HA?”
Trasalisco al sentire dai neofiticome prima domanda quanto su
detto,specialmente subito dopo aver chiesto il permesso di salire a bordo e
senza un fugace sguardo alla coperta e a tutto quello che ci sta sopra.Colgo l’occasione
per rivolgermi a questi futuri armatori che per molteplici motivi hanno deciso
di acquistare un natante a vela senza avere una minima competenza sulle
imbarcazioni. Di errori trascorsi ne abbiamo certezza tutti e molti di noi
armatori li utilizzano per nutrire il fardello dell’esperienza,infatti non a
caso è comune la frase: “sbagliando s’impara”. Ed ecco che nasce spontanea
l’esigenza di trasmettere a quelli che non sanno come si ci deve comportare
quando si vuol essere armatori a tutti i costi,evitando magari di commettere
gli stessi errori. Non vorrei esagerare con certe affermazioni che parrebbero incomprensibili
come quelle: “la barca ha un’anima”, “la barca ti parla tramite le onde e il
vento”, “la barca è come una donna” e altri romanticismi utilizzati dagli
addetti ai lavori. Credo che un buon approccio moderato sia quello tecnico,
cioè chiedere all’armatore le condizioni delle vele e dell’albero che sono il
primo mezzo di propulsione e prima di chiedere quante persone possono stare
dentro la cabina in posizione prona o supina, domandare se lo scafo ha delle
sofferenze, infiltrazioni d’acqua e se la risposta è si bisogna addirittura
assaggiare tale liquido per sapere se è dolce o salato. Non pretendere tu, neo
acquirente di barca, che il bagno sia spazioso, in ordine e pulito ma chiedi e
verifica delle prese a mare e degli scarichi, controlla la sentina, così
facendo apparirai meno incompetente. Se il colore dell’opera morta non ti garba
non è un problema non esternarlo, invece chiedi dello stato delle manovre fisse
e correnti. Lascia stare l’elettronica quella ti servirà dopo non è importante
ma controlla attentamente il salpa ancora con tutta la sua linea (ancora +
catena). Se non hai la doccetta in pozzetto non ti crucciare ma chiedi dei
serbatoi d’acqua e di carburante, non chiedere la velocità con le vele e quanto
tempo si impiega per andare li ma fai un giro in darsena e controlla
l’efficienza del motore e il suo scarico d’acqua.
Per accertarsi delle condizioni dell’opera viva consiglio una preghiera a
Padre Pio, perché state entrando in un campo minato dove necessità molta
fortuna o molti denari. Sicuramente avrò tralasciato parecchi dettagli
importanti ma allo stesso modo ho evitato di menzionare facezie e sunti
bislacche da parte dei soliti apprendisti armatori e neofiti velisti che
intendono far parte della famiglia del vento.
APPENDICI:
1.
ASPIRANTE
ARMATORE : BELLA BARCA POSSO DARE UN’OCCHIATINA?
2.
ARMATORE:
CERTAMENTE
3.
MI SCUSI
…QUANTI POSTI LETTO HA?
4.
GRRR….QUATTRO,
DUE A PRUA E DUE NEL SALONE COME QUASI TUTTE LE BARCHE DI UGUALE LUNGHEZZA E
VETUSTA’.
5.
ASPIRANTE :NON
VEDO IL LAVELLO NE LA CUCINA, HA! DIMENTICAVO……. C’E’’ UN BAGNO?
6.
ARMATORE :MA
SI NON SI DISPERI, NON E’ COME QUELLO DI CASA MA POTRA’ FARE PIPI ALLO STESSO
MODO……TRANQUILLO?
7.
LA MOGLIE
DEL NEOFITA VELISTA: MA IL PIANO COTTURA HA SOLO 2 FUOCHI?
8.
GRRR…PURTROPPO
SI E NON C’E’ IL FORNO, CHE FA’ LA COMPRA UGUALMENTE?
9.
IL MARITO
FURBO: SCUSI QUALE E’ LA VELOCITA’ MASSIMA CHE RAGGIUNGE?
10. ARMATORE: DIPENDE ….SE HAI UN URAGANO ALLE SPALLE
ANCHE 10 NODI.
11. ASPIRANTE ARMATORE: MI SCUSI 1 NODO E’ = 2km CIRCA
…CONFERMA? PERCHE’ SEMBRANO POCHINI.
12. ARMATORE: PERCHE’ HAI INTENZIONE DI ALLONTANARTI
PARECCHIE MIGLIA?
13. ASPIRANTE: NON CAPISCO SCUSI.
14. ARMATORE :DICEVO DEVI ANDARE PARECCHIO LONTANO?
15. ASPIRANTE: AH SI,HO 5 GIORNI EVORREI ANDARE ALLE ISOLE
EOLIE E PRENOTARE UN PARCHEGGIO PER IL MESE DI AGOSTO.
16. ARMATORE: PERFETTO L’AVREI IMMAGINATO!!
17. ASPIRANTE: SA’ SONO INDECISO A PRENDERLA IL COLORE
DELLA BARCA NON MI PIACE.
18. ARMATORE: GRRRR…..
CAPISCO, “NON SI DEVE DISCUTERE SUI GUSTI”.
19. ASPIRANTE: SCUSI MA CON TUTTI QUESTI CAVI D’ACCIAIO E
CIME COME FA’ CON IL COPRI SOLE, DOVE LO MONTA? MA INVECE DI TENERE DUE ALBERI,
UNO NON SI PUO’ TOGLIERE?
20. ARMATORE: GRRRRRRRRRR….SA’ CHE E’ UNA BUONA IDEA, NON
CI AVEVO PENSATO.
21. MOGLIE DELL’ARMATORE: SCUSI DAL RUBINETTO DEL LAVELLO
NON ESCE L’ACQUA, AH DIMENTICAVO PER LA DOCCIA?
22. ASPIRANTE: CARA FORSE STA FUORI QUI DOVE FINISCE LA
BARCATI RICORDI?SARA’
COME NELLA
BARCA DEL COMPAGNO DI CARLA,SAI QUEL TUBO CHE SI INFILA NEL BUCO.
23. ARMATORE: NO NO NIENTE TUBO, A BORDO NON HO MOLTA
ACQUA E L’UNICO BUCO LO FACCIO NEL TAPPO DELLE BOTTIGLIE.
24. LA MOGLIE: MI SCUSI MA LEI COME FA’ A LAVARSI CON LE
BOTTIGLIE E QUANTE NE NECESSITANO? MA E’ ORRENDO, LEI A QUALE TRIBU’
APPARTIENE.
25. ARMATORE: GRRR…IO? ALLA TRIBU’ DEL VENTO E QUESTA
BARCA MI HA APPENA SUGGERITO DI NON VENDERLA A VOI DUNQUE DEVO INVITARVI A
SBARCARE.
26. LA MOGLIE: PERCHE’ ADESSO LE BARCHE PARLANO?
27. ARMATORE: NO…SUSSURRANO.
SICILIANO SCHOONER LA BARCA “FORTUNA”