il molo di levante: domenica pomeriggio dopo un bel piatto di maccheroni.

lunedì 19 luglio 2010

domenica pomeriggio dopo un bel piatto di maccheroni.

un bel piatto di maccheroni con pelati, sale, aglio, olio e basilico.

arrivano gli olandesi su un misero barchino dheler da 47 piedi.

Passeggiata sul water front di preveza vista da un tavolino di bar seduto comodamente con caffè greco col tuffo (fare riposare 10m prima di iniziare a sorseggiarlo

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UNA RIFLESSIONE LATINA.

….navis bona dicitur non quae pretiosis coloribus picta est nec cui argenteum aut aureum rostrum est nec cuius tutela ebore caelata est nec quae fiscis atque opibus regiis pressa est, sed stabilis et firma et iuncturis aquam excludentibus spissa, ad ferendum incursum maris solida, gubernaculo parens, velox et non sentiens ventum. (Seneca 76, epistola a Lucilio)

Ovvero: …non si definisce buona la nave dipinta con colori preziosi o quella col rostro d’oro o d’argento o che ha il dio protettore scolpito in avorio o che è carica di tesori o ricchezze degne di un re, ma quella stabile e sicura, compatta in modo che non entri acqua, solida e resistente alla furia del mare, docile al timone, veloce e non soggetta alla violenza del vento….

PING....PONG

Gentile signora,
è mia consuetudine rispondere sempre alle lettere gentili e garbate come la Sua.
Quindi è con la stessa consuetudine che mi accingo a farlo anche adesso sperando soltanto di avvicinarmi alla di Lei garbatezza a serenità.
Temo tuttavia di non potere fare a meno di emendare di qualche svista alcune Sue, peraltro
acute, osservazioni circa l’andamento delle ultime vicende che hanno interessato la nostra comunità.
Infatti, il potere di disincagliare la navicella dalle secche paludose ove s’è arenata a causa della stoltezza dei suoi precedenti nocchieri per traghettarla verso le correnti azzurre e cristalline, è sicuramente nelle facoltà del novello timoniere, ma il dubbio sorge allorquando si dubitasse per un istante della incauta applicazione di dette facoltà alle navigazioni perigliose e insidiose del consenso popolare. Per cui La inviterei,data la sua proverbiale frequentazione con i volumi del sapere, di consigliare il nocchiero destinato all’operazione salvifica ,a discernere meglio cosa si cela talvolta sotto quella che lei chiama intelligenza del cuore.
Magari, essendo lei esperta nell’arte di scrutare i meandri dell’animo umano, potrà idoneamente aiutarlo a distinguere ciò che viene dall’intelligenza e ciò che invece proviene dalle secche dell’opportunismo becero e irresponsabile.
Naturalmente nel far ciò dovrà accuratamente evitare di manifestare eccessivamente le sue dotte facoltà di discernimento, e ciò per non incappare in allusioni, a Lei rivolte stavolta,circa idee di potenza e narcisismi primari su cui, vedo, non disdegna di esibirsi
In merito alle mie certamente modeste attitudini letterarie, non nego che nell’occasione delle compilazioni di facezie e burlonerie varie, io abbia manifestato una maldestra irriverenza
nei confronti delle elementari regole che presiedono normalmente gli esercizi stilistici che Lei è adusa far fare nel corso delle sue professorali attività.
Di tal reato certamente mi dolgo,e per farLe piacere vedrò in futuro di nascondere i miei sottoprodotti culturali al sensibile naso della Sua magistrale severità, per non profanarlo mai più con gli ignobili anacoluti che tanto La offendono

Ma a tal proposito, e in omaggio ad una equa e democratica dispensa di voti alla scolaresca, sarebbe interessante un accertamento (magari discreto, per non urtare le sensibilità altrui) sulle vocazioni letterarie ed in genere facoltà intellettive presso i membri della compagine di cui Lei è portavoce : ma certamente a Lei ciò non può interessare giacchè la sua esuberanza su tali qualità letterarie basta e avanza per tutti.
Al massimo, per inaugurare finalmente l’era di suo contributo personale alla navigazione di cui sopra, potrebbe organizzare al suo interno un intensivo corso serale di recupero.ortografico in modo da non sfigurare esageratamente in futuro nella trascrizione del libro di bordo.
Per ultimo,riguardo alla mia congenita cecità nei confronti “dell’altro”,nonché della mia complessata fissazione alla ricerca di colpe altrui,nel ringraziarla per l’alto contributo datomi al fine di circoscrivere così diligentemente l’area su cui naviga la mia miseria morale,vorrei, a maggior discernimento sull’argomento, domandarLe che fine hanno fatto nella mappa delle decantate virtù morali della sua Lista:
la gratitudine
il riconoscimento dell’altrui merito
il rispetto per ciò che è stato fatto.
Visto che di tutto ciò non vi è traccia, anzi al contrario
il vilipendio,
la menzogna,
il millantato credito,
le insinuazioni calunniose, e diffamatorie
l’hanno fatta da padrone nelle righe delle raffinate produzioni letterarie recentemente partorite dal suo schieramento, le cose sono due:.
O è il suo concetto di “vittoria morale” ad essere “ fragile” o quanto meno lacunoso dei predetti
attributi che nel pubblico linguaggio costituiscono di solito un discreto basamento ad un’etica condivisa,
oppure nella sua recente missiva si è trattato soltanto di un disguido di facciata, nel qual caso mi permetto di consigliarLe di cambiare l’oggetto della sua trionfante missiva.. Invece di “Una vittoria fragile” potrebbe andare ; “La sconfitta dei farisei”

Un ultimo, stavolta auspicio:mi auguro vivamente che la qualifica di “portavoce” sia soltanto
un’altra millanteria da Lei inventata poiché se lo “stile” della Sua voce dovesse veramente valere come rappresentazione ideologica nel prospettato governo di questo circolo, poche sarebbero le possibilità di salvaguardare in futuro la dignità morale di tutti quei soci che oggi non si riconoscono nel tono epistolare da Lei adottato e che magari ieri hanno appoggiato lo
schieramento che Lei ,con poca grazia ,dice di rappresentare.
La saluto cordialmente
Nunzio Platania

il molo di levante

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