mercoledì 19 maggio 2010

DEMOCRACY

Noi crediamo che non sia disfunzionale ma faticoso per le stesse persone mantenute per delega assembleare nel corso degli ultimi 15 anni con la stessa carica e non è vero che ciò comporta un blocco al fisiologico processo di cambiamento.
La possibilità di affrontare i problemi in maniera diversa e l’avvio a nuove iniziative non è stata in alcun modo preclusa, tranne nei casi dove non veniva rispettato lo statuto sempre approvato dall’assemblea. Sono socio da circa 11 anni cioè più di due mandati e solo in un mandato consigliere e non ricordo mai una richiesta di assemblea ordinaria da parte di meno di1/3 dei soci perché tante di firme ne occorrono dato che il consiglio si è sempre proposto come primo firmatario su richieste di qualsiasi natura anche se lo statuto non li obbliga.
Concordo nel dire che al momento le liste chiuse sono necessarie ma non credo che le liste aperte siano la soluzione dei mali, comunque è una decisione che spetta all’assemblea straordinaria, basta proporre, un verbo quasi mai usato lo dimostra il fatto che la stessa dirigenza abbia imposto all’assemblea la scelta tra almeno 2 liste a fronte di un possibile blocco di un organo della stessa associazione, stanco di essere additato come unico soggetto attuativo,propositivo,risolutivo e riflessivo.
Insinuare (errori compiuti dalla controparte senza provarne le cause o disporre di una elencata documentazione, relazione o riflessione con eventuali alternative possibili) è alimentare la cultura del sospetto e della denigrazione personale.
Propagandare che nessuno tocchi più nessuno e che quello che è stato fatto fino a ieri è frutto di errori e di ingiustizie da non ripetere più non nasconde l’alone di una macchia che appartiene a questo cambiamento o rinnovamento sbandierato.
Io non credo nelle liste di attesa perché sono pure fantasie di una èlite, un’associazione geneticamente trasformata, un sottogruppo sordo alle voci esterne che non avranno mai quello di cui noi oggi godiamo. Questo bene e per chi non lo avesse ancora capito ”il posto barca” non ci è stato consegnato per grazia divina bensì deciso da un organo dell’attuale associazione che innanzi l’assemblea sovrana, costituita da tutti i soci (anche gli ultimi arrivati) è pronto a rispondere ed assumersi le responsabilità. Le assegnazioni sono sempre state fatte in funzione della disponibilità degli spazi acquei, del merito dei soci, delle barche in vendita sul momento.
E’ possibile che il direttivo non abbia mai fatto errori? NO, questo non lo potrei mai asserire ma fare i froci col culo degli altri è facile. Spero mi perdonerete per questa mia volgare espressione che avvolte serve per far capire lo stato d’animo dello scrivente. E’ improponibile ai neofiti velisti che scrutano attraverso la nostra recinzione un utilizzo del bene più prezioso. Illuderli con l’inserimento in una lista è pura fantasia come lo è etichettarli “soci frequentatori” o “aspiranti soci ordinari” senza parlare del “vulnus”che si verrebbe a creare . Dunque a fronte di una mai menzionata “perdita di utilizzo posto barca”da parte di un socio come si può millantare un probabile ingresso all’utilizzo di posto barca di un socio che aspira? Probabilmente dopo una lunga attesa morirà cianotico, dunque citando il Giuseppe Tomasi , con la famosa frase: "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” ed io non ci sto. Inoltre volevo precisare che costruire demagogicamente prospettive di risanamento finanziario-economico senza prima aver dimostrato la loro effettiva efficacia e fattibilità non è edificante.
Questo è ciò che penso e ringraziando il socio SCHOONER per lo spazio concessomi, aggiungo un messaggio per i tutori della democrazia violata, per gli avvistatori di oligarchie : si potrebbe istituire una commissione che regoli una rotazione per salvare i diseredati? Io mi propongo e tu?

Vito Sapuppo.

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